When you stop learning you start dying (Albert Einstein)
La scorsa settimana abbiamo riaperto le porte della nostra sala corsi e dato via al progetto Microdesign Academy. Nelle varie fasi organizzative dell'evento inaugurale, che abbiamo dedicato a funzionalità specifiche del gestionale Arca evolution, ci siamo imbattuti in una serie di decisione da prendere sul piano comunicativo: dalla scelta di strumenti digitali comprensibili per la raccolta delle adesioni, ai dubbi sulla chiarezza espositiva dei contenuti fino alla scelta del linguaggio da utilizzare per evitare il rischio di essere fraintesi: quali erano le strade migliori per affrontare un pubblico maturo? Tutte queste riflessioni ci hanno dato l'idea per questo articolo.
L'apprendimento negli adulti
Una classe di adulti mette il formatore di fronte a sfide diverse rispetto ai ragazzi che frequentano gli anni di istruzione obbligatoria. Gli studenti adulti possono contare sulla forza pratica della vita quotidiana e lavorativa e una motivazione maggiore. In molti casi i partecipanti hanno una pluriennale esperienza nel proprio settore lavorativo e questa condizione nasconde un lato oscuro: una certa rigidità mentale a la fatica ad accettare nuovi processi.
In un mercato del lavoro in continuo movimento e confini geografici senza limiti l'idea di lavorare per tutta la vita in un solo posto si è ridimensionata passando da unico traguardo raggiungibile ad un'opzione tra le tante. In un contesto lavorativo mutevole cambiano le regole cambiano in fretta, e cambiano in fretta anche le competenze richieste. Come sopravvivere?
Imparare a imparare
Da tempo l'Unione Europea ha individuato nel lifelong learning la chiave per essere potenzialmente occupabili sempre e non avere difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, anche in età avanzata. Una delle competenze chiave dell'apprendimento permanente è la capacità di imparare a imparare. Niente di più...difficile.
Dalla raccomandazione del parlamento europeo e del consiglio del 18 dicembre del 2006, (2006/962/CE) leggiamo:
"Imparare a imparare è l’abilità di perseverare nell’apprendimento[...]comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento[...] La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa acquisire tale competenza."
In questa prima parte di definizione si parla di consapevolezza del proprio processo di apprendimento, motivazione, fiducia. Tutti aspetti che vanno ben oltre il sedersi a un tavolo con carta e penna alla mano, pronti per prendere appunti. Quella di cui si parla è la consapevolezza di essere in grado di apprendere qualcosa che, per necessità, potrebbe essere anche molto distante da quanto fatto fino a quel momento. A questo punto viene da chiedersi: se un ragazzo a 14 anni, finita la terza media, è già convinto di essere portato per una determinata materia e non per un'altra, come può farlo un adulto?
Le competenze matematiche sono quelle citate più spesso. È noto che in Italia non siamo proprio assi della matematica e della logica ed è un marchio che ci portiamo avanti da generazioni. Anche durante il corso è capitato di dover fare degli esempi in cui era necessario fare dei piccoli calcoli. Non sono mancate frasi tipo "la matematica non è il mio forte" o " non c'ho mai capito niente". E il punto è proprio questo: se manca la fiducia in sé stessi, imparare a imparare non è semplicemente possibile e non è una questione di età anagrafica.
Le 8 competenze chiave dell'apprendimento permanente
L'Unione Europea di competenze chiave ne ha individuate ben otto:
- comunicazione nella madrelingua
- comunicazione nelle lingue straniere
- competenza in matematica e scienza e tecnologia
- competenza digitale
- imparare a imparare
- competenze sociali e civiche
- spirito di iniziativa e imprenditorialità
- consapevolezza ed espressione culturale
Tra l'elenco troviamo anche quella digitale, intesa principalmente come capacità di utilizzo sapiente e critico delle nuove tecnologie. Il gap digitale nelle aziende ad oggi è ancora gigantesco. Tolti gli addetti ai lavori e appassionati, le lacune digitali persistono anche tra i giovani. Non stiamo parlando di creare contenuti sui social, ma di capire come sfruttare la tecnologia per migliorare le competenze digitali che sono frammentate. Non c'è un vero e proprio programma di educazione tecnologica mirato a sviluppare competenze trasversali. Nelle aule delle scuole si trovano lavagne touch e tablet a fatica si integrano con gli strumenti analogici di studio.
I tempi di aggiornamento rapidi e l'impatto enorme che le tecnologie informatiche hanno nel mondo del lavoro, sarebbero già due buoni motivi per entrare nell'ottica dell'apprendimento continuo.
A questo proposito, non perdete la #micropillola informatica di mercoledì prossimo nel nostro profilo linkedin dedicata ai metodi per archiviare i dati.